sfacciata sfaccettatura

- condizionare dagli altri. Sai quando dopo tante persone che te lo dicono ti ritrovi a pensare seriamente "Che cazzo vado a fare poi? L'artista di strada?" e quindi boh, alla fine sono arrivata adesso, a dover finire l'ultimo anno dello scientifico, senza aver coltivato passioni. E tu invece? #M"

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E io invece me ne sono sbattuta, M! Avresti dovuto fare ciò che sentivi dentro, lo so che quando si è piccini (le medie...) è difficile essere coraggiosi ma la mia professoressa di italiano non condivideva affatto la mia scelta di andare all'artistico, lei diceva che ero sprecata lì, che avrei dovuto fare il classico. Ma anche no? Insomma, sentivo non fosse quella mia strada. È un peccato che tu sia finita allo scientifico nonostante tu ti senta fortemente legata all'arte.
Dopo il liceo cosa farai, ci stai pensando o hai già deciso? E sei ancora in tempo, sai? Ormai finisci il liceo ma dopo potresti trasformare le tue passioni nella tua vita, no?

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Rigirarmi questa domanda è stata davvero una mossa bastarda da parte tua, Vita hahah.
Vediamo.

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• Inverno. Un vegliardo i cui occhi hanno visto i fuochi di tante battaglie, le sue orecchie udito gli spari di quella che è stata la guerra di tutta la sua vita. Gli occhi che un tempo sono stati azzurri, nitri come le acque di una speranza continuamente distrutta dalla realtà, ora sono grigi, trasparenti come cieli apparentemente piatti e sereni che celano progetti di guerra, lampi, tuoni e pioggia. Cammina piano, poggiato al suo vecchio bastone, tra le labbra sottili un motivetto di un blues vecchio quanto lui. Neve tra i capelli bianchi come lune di universi lontani, rughe sulla pelle come corteccia di alberi spogli. Nel suo cuore c'è spazio per il dolore e la rassegnazione, non ci sono più colori. Osserva il suo futuro prossimo con un sorriso storto che rassomiglia a una cicatrice; la Primavera è vicina e accompagnerà il suo spirito in un posto migliore.

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• Primavera. Riccioli larghi e sfatti gli ricadono sulla fronte e ai lati del viso, incorniciando in un moto dolce e femmineo le linee appena spigolose del suo volto. C'è chi dice sia una ragazza, chi osa affermare con convinzione che invece si tratti di un ragazzo dai tratti solo troppo delicati, la sua androginia che si riflette persino sulla natura che lui stesso ridesta. Un bambino, forse, nel corpo di un uomo. Grandi occhi verdi, screziati da punti iridescenti come tanti fiori in un prato, osservano il mondo con curiosità. La pelle chiara che riflette la luce. Guarda con malinconia quell'anziano che gli ha ceduto il posto, il cuore che gli batte a ritmo delle ali delle prime rondini che arrivano in cerca di calore. Apre la bocca per rilasciare un risolino e quello librandosi nell'etere va a svegliare dal loro torpore tutte le creature sino ad allora assopite. C'è Primavera, ora, c'è la vita.

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• Estate. Una donna suadente che ti brucia l'anima con un solo sguardo. La osservi avvicinarsi con il suo passo lento e cadenzato, il respiro ti si blocca e tutto sembra fermarsi a rimirarla. Ha gli occhi di uno splendente verdazzurro che fa invidia ai mari dei tropici, e i capelli corti e sbarazzini, neri neri come il mare di notte che cela segreti. Le labbra sono rosse e piene come fragole, si piegano in sorrisi sibillini che concedono ogni cosa all'immaginazione. Tra le pieghe dei suoi vestiti lunghi e semitrasparenti si intravedono curve mozzafiato illuminate dal Sole, strade assolate che sono in pochi, i veri temerari, non temono di affrontare.

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• Autunno. Un maschiaccio. Una ragazzetta dagli occhi grandi e del colore delle castagne, la sua lingua è pungente come il riccio che le racchiude. Ha i capelli lunghi e castani, la loro lunghezza spesso la molesta. È stufa del suo colore naturale così dipinge il mondo e la sua chioma di ciocche arancio, rosse e gialle. Foglie che volano via, soffiate dal fumo di una sigaretta. È la nipote di Inverno, quell'anziano soldato che ha così tanto da raccontar

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Sai, ognuno interpreta l'arte in base a ciò che il suo inconscio gli suggerisce. Ho sempre sentito dentro di me questa ipotesi farsi sempre più forte man mano che approfondivo lo studio di questo grande maestro della storia, perché da Vinci non è solo un pittore ma è stato tanto tanto altro.
Ho sempre sostenuto questa tesi, anche con docenti di storia dell'arte che mi hanno, puntualmente smontata; il punto è che non sono l'unica a pensarlo, e scoprire, allora, che vi erano anche studiosi a sostenere la mia tesi mi ha sconvolta e "lusingata". Mi ha spronata a non abbandonare questa mia convinzione. Leonardo era un demonietto, mai sottovalutare la sua mano mancina! Lui con il cervello ci ha saputo fare e nelle sue opere ha saputo nascondere tanti di quei messaggi, persino nelle sue Madonne tanto apprezzate dalla Chiesa si celano messaggi oscuri che... Ma ho divagato e sono uscita fuori traccia. Ricapitolando, sì, ne sono convinta perché ho studiato in maniera quasi maniacale le sue bozze, il modo in cui rappresentava i volti delle persone e se confronti la dama con l'ermellino alla Gioconda noti subito che la Gioconda è di un'androginia da mettere i brividi. C'è la persona che ha amato in quell'opera, l'unica che abbia realmente amato e nessuno potrà mai farmi cambiare idea. Grazie per la domanda e scusa se ti ho annoiato/a anon!

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Avevo più o meno sei anni ed ero in vacanza da mia zia, in Sardegna. Mi svegliai una mattina e (dormendo nella camera con mia cugina più grande, aveva tredici anni) trovai accanto al suo letto i suoi rollerblade. Erano enormi per i miei piedini. Ad ogni modo me li infilai lo stesso, era la prima volta in assoluto che provavo a star su su quei cosi, e nonostante fossero esageratamente grossi riuscii, come se fosse stato naturale per me, a pattinare sino in salotto con quei cosi al piede. Mia zia era impazzita di gioia nel vedermi, allora decise di regalarmi un paio di pattini, ma me li prese a quattro ruote. Su quelli a quattro ruote, tuttora, non ci sapevo proprio andare, mi aprivo in due tipo cerbiatto sul ghiaccio; con quelli a cinque ruote in fila mi veniva spontaneo sfrecciare, come se il mio equilibrio esigesse quel tipo di dinamicità per funzionare. E niente, mi ricordo che fece il tipo del negozio "che caratterino, vuoi iniziare direttamente col difficile!".
Mh, profetico visto che se non mi complico la vita non mi sento soddisfatta.
Grazie per la domanda!

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Ciao piccolissima Beuccia!
Bella domanda, davvero bella, anche perché io e mitologia OTP.
Assolutamente Ettore.
Ettore è l'Eroe, con la E maiuscolo. Colui che si batte con la sola forza dell'intelletto, del suo fisico da semplice uomo contri semidei, contro avversari temibili senza mai tirarsi indietro. Ettore combatte un po' come Ulisse, lo associo spesso alla figura di Ulisse che, anche lui da semplice uomo, si ritrova ad affrontare mostri temibili e ad uscirne persino vincente proprio grazie alla sua sapienza, strategia di combattimento che deriva solo dalla forza della sua esperienza. Ecco perché preferisco Ettore. Di Achille, tuttavia, devo dire che apprezzo una cosa: il fatto che ricordi a noi uomini, comuni mortali, che tutti abbiamo un punto debole e che sentirci onnipotenti è da stolti, e che sentirci deboli, invece, non è sempre un male ma solo una prova che si è abbastanza saggi da ammetterlo apertamente!
Grazie per la domanda, Beuccia!

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Ciò che, purtroppo, non sono ora?
No, sul serio... Sono abbastanza certa di aver vissuto due vite prima di questa attuale.
Una come animale, ed ero un lupo; una l'ho vissuta come uomo, ed ero tipo un pirata/rivoluzionario? Non lo so di preciso, fatto sta che ne sono certa perché ho delle sporadiche reminiscenze di queste mie vite passata, davvero. Ti faccio qualche esempio.
I gatti, ora sembrerà una minchiata ma... Io e i gatti ci detestiamo a pelle hahaha. Quando entro in una casa dove c'è un gatto questo o mi soffia contro e come faccio un passo avanti scappa via e si nasconde, oppure non esce proprio come se avvertisse il mio astio? HAHAHA! Succede anche per strada, coi randagi, boh. Poi c'è il malessere che mi procura la luna piena, ma parlarne mi fa sentire disagiata quindi direi di no.
Poi, non lo so se c'entra qualcosa con le mie vite precedenti ma quando sono sola, a casa, e non c'è nessun altro, io percepisco sempre lo stesso profumo; non parlo di profumo commerciale, sia chiaro, ma di un odore particolare come di campagna/posti lontani non lo so. Niente, poi ci sono alcuni sogni che ho fatto tempo fa così vividi che mi hanno scosso per un'intera settimana, ne parlai subito appena sveglia con alcuni miei amici, come se avessi avuto proprio il bisogno di sfogarmi ://
Bah, siamo strani e complicati noi esseri umani!

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Altra domanda che mi mette sempre in crisi.
Ho sia il battesimo, la comunione e persino la cresima (fatta subito dopo la comunione). Dove voglio arrivare? Quando ero piccina ero credente (?) o meglio, quando si è piccoli la famiglia ti condiziona tantissimo, poi inizi a crescere e ti distacchi dal modo di pensare di chi ti circonda. Dai quindi/sedici anni in poi ho iniziato a non frequentare più la chiesa, tuttora ormai non ci vado mai se non per accompagnare la nonna. Non so bene cosa ci sia dopo la morte ma, ecco che ritorna il ragionamento iniziale, io spero davvero ci sia qualcosa perché il "nulla eterno" mi terrorizza. Preferirei avere, che ne so, persino la certezza di andare all'Inferno ma l'importante è che "dopo" ci sia qualcosa. Pensare, ora che sono viva, di essere solo una "macchina", un pezzo di carne prima di anima, che andrà in putrefazione e cesserà definitivamente di "essere"... non mi fa vivere bene. Quindi ho bisogno di credere in qualcosa, che sia un Dio, un equilibrio superiore, qualsiasi cosa... Sono umana e sono debole, non ho vergogna ad ammetterlo; sono debole e devo credere in qualcosa sennò, sul serio, non lo so cosa potrei pensare di me stessa (in quanto "umana") da un giorno a l'altro. Quindi spero ci sia una qualche dimensione per accogliere le anime, non m'importa in che modo sia predisposta, basta che ci sia!

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