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DAY 5: Lascia parlare l'emozione... (2/2)

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Pranzarono con il sottofondo della pioggia a battere contro ai vetri delle finestre, a pizzicare le corde dell'anima. Lo stomaco le si era chiuso e ogni tuono le strappava un sussulto che Elena non pareva neppure notare. La sera arrivò in fretta con le sue tenebre e la tristezza di Amelia esplose definitivamente quando la lampada in camera da letto saturò ogni angolo del suo animo, con la sua luce blu. Anche per Picasso quel colore non dipingeva mai niente di buono.
«Quella lampada non mi piace, è fredda» mormorò dopo aver fatto l'amore con la sua amata, le dita a carezzare il braccio di Elena, a stringere forte come se la sentisse volare via. Quest'ultima la strinse in un abbraccio, incatenando a lei occhi, braccia e gambe, la scrutò accigliata per qualche istante. Sembrava avesse colto in pieno tutto quanto, con la sola forza di uno sguardo.
«Lo sai che il blu è il mio colore, all'inizio ti piaceva così tanto». Amelia non rispose, fece spallucce per quanto le fosse possibile e inspirò profondamente il suo profumo. Precipitò in quel dolce oblio che erano gli occhi castani dell'altra ragazza, uno sguardo tormentato di passione, folle. Il suo girone dell'Inferno, fatto di baci e carne, che gli amanti del V canto neppure potevano immaginarne l'intensità.
«Dovresti guardarti, Amy», sussurrò Elena facendosi ancor più vicina, come se potesse fondersi alla sua pelle, alle ossa. «Sembri una bambina imbronciata».
Amelia la odiava, la odiava così profondamente che il cuore ora le batteva all'impazzata urlandole "Cosa aspetti a dirle cosa ti tormenta? E poi baciala!". In realtà la amava troppo, così tanto che la paura di sentirsi dire "Sì, c'è un'altra" la rendeva muta come un pesce.
Al mattino si svegliò di nuovo in quel letto. Un altro raggio di sole a schiarirle appena la chioma scura e a sussurrarle dolcemente "Sveglia dormigliona, la tempesta è passata". Avrebbe dovuto sentirsi felice, spronata ad accettare quella felicità meritata, e non solo per il sole alto nel cielo ma per il calore di quell'abbraccio che la faceva sentire davvero a casa. Tuttavia chiuse di nuovo gli occhi e quando Elena le sussurrò piano all'orecchio un buongiorno sfumato in un bacio, dal sapore così sincero, tutto ciò che riuscì a fare fu accogliere dentro di sé l'ennesima pioggia lenta e cristallina. Forse più tardi sarebbe comparso l'arcobaleno.
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Purtroppo sono davvero metereopatica e funziono un po' tanto male come Amelia.
A domani Lorellina ♥

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DAY 5: Lascia parlare l'emozione... clicca qui per scoprire quale: http://ask.fm/veneredirimmel_/answer/129313030184

veneredirimmel_’s Profile PhotoZia Lella
Amelia si svegliò da sola quella mattina. Aprì gli occhi e un raggio di sole che fendeva la penombra della camera da letto con grazia artistica (degna della mano di Caravaggio) le fece arricciare il naso e spuntare una smorfia tanto simile ad un sorriso. Elena non era al suo fianco, sebbene sapesse quanto svegliarsi senza il suo calore accanto le desse malinconia, però volle scommettere tutto su quel piccolo raggio di sole e credere che quel giorno sarebbe andato alla grande. Uscì baciata dall'azzurro vivido del cielo e carezzata dalla sensazione che niente avrebbe potuto guastarle l'umore.
Era al lavoro quando le scrisse un sms.
-Sei una stronza. Pranziamo insieme? (: -
Per una risposta dovette aspettare un'ora, senza alcuna esagerazione. La sua attesa le procurò uno strano sentore allo stomaco, una nebbiolina che piano piano stava intaccando il bel tempo. Una nebbia incolore e densa che la accompagnava già da qualche tempo.
-Ovvio! Passo a prenderti. Pranziamo fuori o ritorni da me?-
Quelle parole profumavano di pioggia, di quell'odore che tutte le volte anticipava il temporale.
Leggendo il messaggio Amelia sorrise, nel cuore il fragore di un tuono lontano.
Elena non le chiedeva mai se le andasse di stare a casa sua, ce la portava e basta. Una delle cose che avevano fatto innamorare Amelia di quella donna, non a caso, era proprio la sua dolce prepotenza.
"Solo questa ci voleva" fu ciò che pensò mettendo piede fuori dal centro dove lavorava; seduta sul muretto adiacente, nell'attesa, pensò guardando il cielo che se quella mattinata era stata all'insegna del sole, non si poteva certo dire la stessa cosa del primo pomeriggio. Nuvole bianche, fitte fitte, riempivano il cielo divorandone insaziabilmente ogni sprazzo azzurro, ogni loro boccone era una fitta per Amelia che si era ritrovata a massaggiarsi le tempie con due dita. Detestava il suo corpo e il fatto che si lasciasse condizionare a tal punto dal tempo.
Una tristezza leggera le si posò addosso con la delicatezza di un velo. Ora che ci pensava doveva ammettere che era da un po' oramai che si sentiva insicura, che la sensazione di abbandono stava logorandole l'anima. I pensieri brutti arrivarono assieme alle prime goccioline di pioggia che vennero giù come coriandoli leggeri. Non pensò neppure di ripararsi, "tanto ora arriva" si ripeteva. Ogni volta che lo pensava la pioggia diventava più prepotente e incessante. E il ritardo di Elena cresceva.
Salì nell'auto con i capelli appiccicati al collo e i vestiti incollati alla pelle. Tremolava appena e neppure il bacio che si scambiarono in quell'abitacolo riuscì a ridarle un briciolo di calore.
«Perché tremi?» domandò Elena imboccando l'autostrada.
Amelia si fece piccina nel suo angolo, al posto del passeggero, e «Credo sia per il freddo» o è solo colpa delle mie paranoie, pensò mordendosi prontamente la lingua.
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Liked by: Zia Lella

C'è un'attrice che secondo te potrebbe interpretare Harley?

Quanto ti schifo anon per avermi fatto pensare a questa cosaaaaaaaaaaa. Andrebbe bene pure Harry Styles con un filo di eyeliner, fidati. No vabbè scherzo, e mica tanto. OK. Un'attrice che si avvicina esteticamente alla mia idea di Harley non c'è, nella mia testa Harley è... Harley. Capisci?
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Come eravate da bambini? Vi piacerebbe tornare piccini?

ccuore’s Profile PhotoGiulia.
Ritornerei pure bambina ma l'idea di rivivere certe cose, adolescenza inclusa, mi spaventa un pochino però d'altra parte vorrei rivivere tutto perché alla fine sono quelle esperienze che mi hanno resa quella che sono oggi e sebbene a volte mi detesti, sono qui e mi vado bene così come sono. Detto questo... Da bambina ero una piccola selvaggia. Capelli spettinati, odiavo la costrizione dei vestiti ed ero sempre nuda in giro per casa. Un maschiaccio, credimi. Respingevo qualsiasi cosa appartenente al mondo delle bambine e mia madre pareva provare sadico piacere nel vestirmi da principessa. Va bene. Ero una bambina poco socievole, diciamocelo, però il più delle volte era dovuto al fatto che mi rinchiudevo nel mio mondo fatto di colori e fogli e quindi mi alienavo parecchio, all'asilo le maestre credevano fossi leggermente autistica. E niente, a tratti mi manca la mia me di sei anni anche se vive in me, vivrà sempre in me anche a settant'anni (se ci arriverò obv hahahah) ♥

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Liked by: EKIN Giulia.

Secondo te, qual è il film più bello, quello che in tutta la tua vita ti ha colpito di più ?

Den mh una domanda difficile questa però appena l'ho letta ho subito pensato a C'era una volta in America. Sì, credo quello.

Scegli una serie tv che hai amato e descrivi tre scene che non dimenticherai mai :) (puoi scegliere anche più di una serie tv se vuoi)

Che bella domanda! Partendo dal presupposto che prima, qualche anno fa, ero decisamente più attiva per quanto riguarda le serie tv (ora non ho davvero il tempo materiale e la connessione adatti per perdermi nuovamente in quel baratro) ti cito alcuni momenti indimenticabili che mi hanno colpita a tal punto da ricordarli ancora, a distanza di anni.
QUEER AS FOLK, guardato cinque anni fa, ancora lo ricordo episodio per episodio (sono mortalmente seria!) i momenti di quella serie che mi porto nel cuore sono tre: Justin che chiede a Brian di fare l'amore con lui ("Voglio sentirti dentro di me"), dopo la violenza subita dallo stronzo omofobo compagno di liceo. Justin che rientra a casa dopo aver tradito per la prima volta Brian con Ethan, il violinista, e Brian lo bacia come se non avesse respirato per giorni fingendo di non essersi accorto di nulla; lo bacia e poi gli dice di sparire a lavarsi perché ("Puzzi")Justin non ha il suo odore, quello che lui ama, ma l'odore di qualcun altro. Questa scena mi ha sempre fatta venire i brividi. Terza scena... Justin che lascia definitivamente Ethan e decide di riconquistare piano piano Brian (come se ne avesse bisogno!). La scena in particolare è nel 3x08 ("Ciao Brian", "Sono il signor Kinney") Il Brian di quell'episodio mi ricorda spietatamente una persona e col senno di poi non ho potuto fare a meno di notare quante similitudini ci siano tra me e Justin, la sia testardaggine, la passione per il disegno e l'arte e il tipo di persona con cui sceglie di vivere.
http://youtu.be/y3Il_Zq1C58psychromatic’s Video 129552454662 y3Il_Zq1C58psychromatic’s Video 129552454662 y3Il_Zq1C58
SUPERNATURAL.
Death. L'arrivo di Morte in città. Questa scena mi è piaciuta dalla prima volta, ricordo che scaricai il video per guardarla in loop. Credo sia... mortalmente sublime. Dall'auto bianca, alla pietra dell'anello, bianca. C'è così simbolismo in questa scena che, davvero, non ho altro da aggiungere. http://youtu.be/u1EzU9sLQ6Ipsychromatic’s Video 129552454662 u1EzU9sLQ6Ipsychromatic’s Video 129552454662 u1EzU9sLQ6I
Sempre di Supernatural ricorderò fino alla morte anche il primo incontro tra Castiel e Dean. ANNASPO SOLO SE CI PENSO. Poi vabbè, il final season della quinta, con Lucifer!Sam che sta per colpire a morte Dean ma un graffito sul finestrino dell'Impala gli apre un varco nella coscienza; ricorda lui e il fratello da bambini, a giocare con i soldatini e si ferma, non lo ammazza. I brividi, anche qui solo a pensarci! Altri momenti... Ma davvero, poi non mi fermo più hahahah ♥

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DAY 4: Lascia parlare l'emozione... (2/2)

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Capelli corti in un caschetto da ragazzina - sebbene ora sia una donna - gli occhi grandi e troppo scuri, accoglie i sussurri (così li ha battezzati) appuntando ogni singola parola, senza lasciarsene scappare nemmeno una. Nella sua stanza pile e pile di fogli accatastati, immagini, disegni, parole e frasi. Ciascuno datato anno per anno. Si guarda allo specchio e ciò che vede passare sul suo volto, come in una tremenda sequenza di immagini, sono espressioni che non le appartengono, sono le facce che appartengono ai sussurri, a quelle voci che vivono dentro e grazie a lei. Personaggi. Maschere. Cos'è buono, cos'è male.
"Un, due e tre, quella che ruzzola in terra è la testa del Re.
Quattro, cinque e sei, del sangue che ne sgorga non son problemi miei.
Sette, otto e nove, se non si urla di terrore, è sicuro che nessuno muore.
Al nove è meglio se si tace, perché se capovolto per tre volte non si trova più pace".
Negli anni per accontentarle tutte, quelle voci, si è ritrovata ad ammazzare nei modi più efferati poveri innocenti, in posti e luoghi sempre diversi. Ha viaggiato in universi paralleli, guardato in faccia demoni e mostri. Ha incrociato la morte e l'ha sfidata. Ha stretto amicizia con gli scheletri negli armadi, accarezzato i mostri sotto ai letti e stretto un patto con l'Uomo nero, se l'è fatto proprio amico.
Ha canticchiato filastrocche allo specchio, alle tre di notte, e giocato a nascondino con i suoi pensieri. Oggi è una copertina candida di un libro sottile, proprio come quelle nuvole che si costringeva a disegnare. Pagine che tra di esse celano inchiostro mischiato a sangue di troppe notti insonni perché rumorose. Ogni romanzo pubblicato sinora è il passo decisivo verso una libertà che non crede di meritare, perché per sconfiggere le proprie paure, lei stessa si è fatta terrore.
E se un giorno i fogli bianchi non dovessero riuscire più a contenere i sussurri, cosa accadrebbe? La risposta è nascosta nel buio della sua camera, deve solo trovarla.
"Un, due e tre, quella che ruzzola in terra è la testa..."
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Scusa il ritardo Lorellina, ma ieri non ho proprio potuto dedicarmici ♥

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DAY 4: Lascia parlare l'emozione... per scoprirla clicca qui: http://ask.fm/veneredirimmel_/answer/129279228456

veneredirimmel_’s Profile PhotoZia Lella
Da bambina le sentiva continuamente, quelle voci. Allora non sapeva spiegarsele, o meglio, sapeva ma... non voleva. Per alcuni erano solo cose da film dell'orrore, per altri racconti spaventosi per passare il tempo. Per lei, invece, erano la realtà di tutte le sacrosante notti. Ne era terrorizzata. Arrivavano come un brusio lontano e indistinto, un suono che si udiva appena e lei si sforzava per captarne il senso. Si svegliava e credeva fossero solo parte di un sogno ma quando gli occhi si aprivano sul nero, eccole che ritornavano. In quel momento riusciva a capire che quelle voci non erano intorno a lei, nel buio della camera, ma dentro di lei, sotto la pelle, nei peletti sul braccio che si rizzavano, nella gocciolina di sudore freddo che colava giù da una tempia. Dapprima un insulso brusio, poi in un crescendo disumano diventavano urla, voci frenetiche che si accavallavano l'una sull'altra. Lei non urlava per zittirle, premeva solamente i palmi delle piccole mani sulle orecchie sebbene sapesse che farlo fosse inutile. Detestava andare a dormire perché era il momento in cui il suo Io prendeva il sopravvento, il momento in cui la notte diventava più reale del giorno e le tenebre risucchiavano qualsiasi cosa le stesse intorno.
"Mi disegni qualcosa a piacere?" le diceva l'amico del suo papà, lei sapeva chi quell'estraneo fosse e divertita dalla propria sottile intelligenza annuiva e fingeva.
Fingeva e per questo motivo c'erano case dai tetti rossi, fiumi d'acqua dolce e alberi dalle grandi chiome nei disegni che mostrava ai grandi, mentre nei disegni che teneva per sé c'erano solo scarabocchi intricati in cui era facile entrare e impossibile uscire. Bocche spalancate in urli muti, occhi assenti dalle proprie orbite, bambini perennemente accompagnati da figure altissime e nere. Come ombre.
"Le sento anche ora, mentre disegno" disse una volta, senza poterne fare a meno, costringendosi a tracciare i contorni indefiniti di una nuvoletta bianca e soffice. Così candida.
L'uomo le sorrise gentilmente. "E cosa ti dicono?"
"Non posso. È un segreto".
Crescendo ha imparato a conviverci, con quelle voci, ci È riuscita solo perché ha capito che l'unico modo per metterle a tacere è assecondarle. Diventarne complice.
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Salto temporale di 15 anni: è un sabato sera. Con chi lo stai passando? Cosa stai facendo?

Ti prego, sono mortalmente seria, chiedimi di tutto ma non domande del genere perché mi risulta impossibile anche organizzare la mia vita per viaggi a distanza di qualche mese, non vedo come io possa riuscire mettendo in mezzo addirittura degli anni. Quindi. Anni. No. ♥
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A volte mi sento inutile. Come se alla gente di me non gliene fregasse proprio nulla. Mi sento considerata inferiore, come se non valessi nulla, se le idee degli altri sono più importanti delle mie, mi sento chiusa in me stessa, timida per paura di dire stupidaggini ogni qual volta apro bocca. //

e non so come andare avanti. Ho paura che tutti ce l'abbiano con me senza un motivo apparente, che non mi vogliono bene e quest'anno che andrò all'università mi prenderà peggio perchè non saprò come gestire la cosa... che faresti al posto mio?
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Secondo me ti stai facendo assalire dal panico. Sei nella classica fase in cui ti lasci alle spalle la sicurezza del liceo, quella routine fatta di giorni sempre uguali, di orari predefiniti e compiti a casa per affacciarti su di un'esperienza completamente differente e nuova. I cambiamenti spaventano, ci sta poco da fare, ma bisogna affrontarli con serenità e voglia do fare, di cambiare, provare, di vivere appieno ogni nuova opportunità. Al posto tuo, ma siamo davvero diverse da quello che mi pare ci percepire, io cercherei di dominare l'ansia di vivere per affrontare il tutto con lucidità senza panico o quant'altro. L'università ti aiuterà senz'altro ad aprirti, ad essere meno introversa e più propensa a conoscere gente nuova, a presentarti e stringere nuove amicizie. Secondo me sei solo acciecata dall'ansia che precede questo cambiamento che vivrai tra poco (:

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DAY 3: Lascia parlare l'emozione, uff... NOIA! Boriiiiiiiiiiiiiing (2/2)

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Linda pare essersi svegliata da un lungo stato comatoso quando «Da che cosa precisamente?» chiede.
«Dalla noia! Quel documentario stava per uccidere anche me solo ad ascoltare la voce narrante».
«E cosa hai in mente di fare?» domanda maliziosa Linda, mordendosi appena un labbro. L'altra ragazza si sfila agilmente la t-shirt che indossa e in un balzo solo le si accovaccia addosso, schiacciandola sotto al suo peso.
«Sai che giorno è oggi? Undici aprile, esattamente» annuisce prima che Linda possa rispondere. «Voglio rendere indimenticabile e meritevole di essere vissuto», le bacia delicatamente la pelle dietro all'orecchio, «questo giorno».
E poiché a Linda l'idea non dispiace affatto, con un barlume di malizia a rifulgere nelle iridi e l'eccitazione crescente nel petto, annuisce e acconsente.
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Lo so, non lo so in realtà hahahah. Ti odio, mi hai messa in crisi e mi sono annoiata un casino, per davvero, a scrivere questa cosa senza senso. A domani. TSK ♥

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Liked by: Zia Lella

DAY 3: Lascia parlare l'emozione, uff... NOIA! Boriiiiiiiiiiiiiing ( se non hai di meglio da fare e ti annoi profondamente come me, clicca qui per conoscere meglio l'emozione di oggi: http://ask.fm/veneredirimmel_/answer/129245952552 uffa )

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Corre l'anno 1954 e Giorgia tra qualche giorno festeggerà i suoi ventinove anni di vita. Nel frattempo, però, è immersa di lavoro mentre la sua ragazza se ne sta bellamente sul divano di casa sua a godersi il dolce far niente.
Linda si annoia e per non pensarci ascolta la radio posta sul tavolino al centro della sala, nulla di interessante a cui prestare attenzione eccetto le solite notizie del meteo e gli stacchi musicali che conosce a memoria. Il temporale rende impossibile qualsiasi tentativo di metter piede fuori casa e anche se volesse la sua auto è fuori uso, dal meccanico, non sa quando potrà andare a riprenderla. Le gocce che sfuggono incessantemente dal lavello in cucina forniscono uno scandire del tempo che non fa altro che accrescere, in lei, l'insofferenza. Il ronzio della radio concilia il sonno, lei è affondata nel divano mentre la voce di qualcuno alla radio inizia a raccontare di come le cose siano cambiate negli ultimi dieci anni, con le varie scoperte, le ultime innovazioni. Le fabbriche che iniziano a ingranare così da assicurare maggior sostentamento alle famiglie. Gli scioperi degli operai, le tasse, una canzone malinconica dedicata agli immigrati in terra straniera che sono partita negli anni trenta per trovare fortuna. Lo spettro lontano, e ancora non troppo, di una guerra mondiale che ha toccato da vicino tutto il mondo, rendendolo una tabula rasa. Un fruscio improvviso e la frequenza della radio cambia, la voce di un anziano sta raccontando di come era difficile ai suoi tempi vivere in una casa piccolissima, stretta, con numerosi fratelli che pretendono di essere sfamati per prima, un padre costretto a lavorare fuori casa per potare loro da mangiare. Il tempo scorre lento, e lento è un eufemismo bell'e buono mentre il mondo sembra essere caduto in uno stato di paralisi. Tutto tace, non vi è alcuna notizia rilevante di cui discutere, alcun evento a cui partecipare. Il rubinetto continua a sgocciolare... il pendolo dell'orologio a danzare... la radio a parlottare... la pioggia fuori dalla finestra a picchiettare contro i vetri... "Fortunatamente gli americani accorsero in tempo, altrimenti non avremmo neppure un solo superstite da cui trarre insegnamenti e racconti su quel terribile arco di tempo che va dal quarantadue..."

«Cosa fai?!» si oppone Linda, protestando, blandendo Il cuscino contro la sua ragazza come fosse un'arma con cui minacciarla.
Giorgia ha appena spento, o meglio, scaraventato con un mezzo calcio la radio via dalla sua postazione. La ragazza sbuffa e «Ti salvo la vita» dice convinta.
(continua)

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Liked by: Zia Lella

su cosa si concentrano maggiormente i tuoi pensieri prima di dormire? pensi a qualcuno prima di dormire ?

Den ma lo sai che sono insonne? Probabilmente no perché mi segui da poco qui su Ask. In pratica se sono davvero assonnata, e capita una volta ogni eclissi solare, non penso a niente: tutto nero, chiudo gli occhi e non c'è più niente. Quando mi metto al letto solitamente ascolto la musica e ti giuro che non ho una cosa fissa su cui gettare i miei pensieri, penso davvero di tutto: dalla cosa più stupida alla più importante, fondamentale della mia vita. In quest'ultimo caso non riesco a stare ferma nel letto allora mi alzo e dipingo o disegno, insomma cerco di catalizzare i miei pensieri su una superficie vuota che spesso finisco, dopo averla imbrattata con i miei flussi mentali, col gettarla o nasconderla per sempre come è successo con una tela che boh, ho guardato una volta sola prima di "rinchiuderla" sotto al letto. Per farti capire!

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Liked by: Lara

Ho il dubbio di averti già posto questa domanda ma, credi nel destino?

Non ricordo piccola Ale ma ho risposto già a domande simili. In pratica ho un'idea di "destino" un po' strana che stento sempre a spiegare perché nella mia testa ha davvero un suo senso ma quando provo ad esternarla a parole pars una cazzata insensata. Non credo ci sia per ognuno di noi un progetto compiuto, bell'e fatto a cui dobbiamo attenerci, più che altro penso che ci sia una bozza prestabilita, fatta a matita, di cui siamo noi con le nostre scelte a tracciarne, in maniera definitiva, i contorni. Un equilibrio universale che ci viene in contro ma che esiste, non siamo del tutto stati messi al mondo per caso. Non credo nel caso, ad esempio, ma in un insieme di fili colorati ed elastici che ci legano ad altre persone. Possiamo decidere di recidere questi fili ma se in quella famosa bozza non vi è appuntato un distacco decisivo, i nostri fili si allungheranno solamente e da buona materia elastica prima o poi, non importa quando, ci riporteranno indietro fino a farci sbattere contro quella persona che, evidentemente, è la nostra persona. Tira e molla continuo. Spero di essermi spiegata!

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Liked by: Lorenzo Gatti

Che tipo di personalità hai tra le 16 esistenti?

Non ho ben capito il numero ma mi ritrovo praticamente in ogni cosa eccetto pochissimi dettagli!
"Questo tipo introverso intuizione è probabilmente il più astratto di tutti i 16 tipi. Distaccato e intellettuale è dotato di una personalità complessa. È creativo, curioso ed è capace di percepire molto rapidamente e prima degli altri le possibilità o potenzialità che una situazione presenta. Possiede una grande capacità di concentrazione ed ha una notevole capacità di sintetizzare in maniera immediata le informazioni che riceve. Presta però una scarsa attenzione ai dettagli. Come tutti gli intuitivi, è stimolato dai nuovi problemi da risolvere. Riesce ad elaborare soluzioni originali ed argute ma è poco interessato dal metterle in pratica. La sua funzione inferiore è la sensazione. A questa caratteristica si aggiunge la sua introversione. Il risultato è una bassa propensione ad immergersi nel mondo o a cercare di dominarlo. Può avere difficoltà a prendere delle decisioni. Si muove con maggiore destrezza ed audacia nel mondo delle idee che in quello materiale. La forza delle idee può essere tale da fargli compiere delle imprese anche straordinarie, ma questo tipo corre il rischio di trascurare aspetti importanti della realtà e di perdersi nei suoi pensieri. È comunque sicuramente più adatto ad avviare un progetto che non a stabilizzarlo o a gestirlo quando è diventato maturo. Malgrado una frequente timidezza in ambito sociale, possiede una marcata sicurezza o forza interiore. È molto indipendente, poco influenzabile, scettico. Sovente capace di ironia. Nelle situazioni di crisi o molto complesse sa mantenere la calma ed esser paziente. È in compenso molto impaziente con i dettagli di routine. Grazie alla sua funzione secondaria, il pensiero, è una persona molto logica e analitica. Possiede pertanto un’ottima capacità di organizzare le sue intuizione. È molto aperto alle nuove idee. Sul piano delle relazioni possiede una certa difficoltà di comunicazione: la sua tendenza ad essere astratto e intellettualmente preciso rischia di renderlo poco chiaro ai comuni mortali! Inoltre non è particolarmente portato a prestare attenzione agli aspetti che appartengono alla sfera emotiva e sentimentale. Esteriormente viene percepito come una persona calma e riservata. Sul piano professionale può svolgere lavori intellettualmente impegnativi. È bene che eviti lavori con dettagli di routine. Le sue capacità di sintesi e innovazione possono essere preziose per risolvere problemi anche molto complessi."

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DAY 2: Lascia parlare l'emozione... GIOIA!

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Sonia si stringe nelle spalle esili, i capelli corti e dal taglio indefinito, neri come carbone, le ricadono sulla fronte in una frangetta scomposta.
Si tratta di un attimo e nella sala irrompe una cascata di capelli biondi, luminosi e caldi come il Sole.
«Gioia!» urla Silvia mettendosi in piedi. «Per fortuna sei arrivata tu! Se fosse arrivata la direttrice saremmo finite tutte nei guai».
«Cristo santissimo, i tuoi non potevano darti nome migliore» si intromette Paola, esordendo, le braccia incrociate sul petto ma con un sorriso storto sulle labbra.
Gioia, una donna matura dal viso di ragazzina incosciente, vestita di bianco come tutte le infermiere di quell'istituto replica tempestivamente, piazzandosi davanti alla ragazza. «Stai zitta tu, lo so che mi ami e non puoi mentire o ti si accorciano le gambe e ti si allunga il naso... Sai che bello spettacolo!»
Adele a quelle parole si lascia sfuggire un sonoro sbuffo ilare che, miracolosamente, non infastidisce Paola ma che trascina tutte le ragazze in una risata genuina che strappa persino lacrime di ilarità dagli occhi di qualcuna.
«Tu non essere gelosa» ride Gioia e con gli occhi indica Vittoria che pare essersi imbronciata per via della battuta ironica su Paola. «Mi ama, è vero, ma come Dante amava Beatrice, tu invece sei la sua Francesca... e di platonico c'è ben poco!»
A quel gioco di parole Vittoria, sebbene percepisca ancora la gelosia pizzicarle la pelle, non può fare a meno di lasciarsi andare ad un risolino prima di ridere, assieme alle altre.
Entusiasmata dal fatto che le acque sembrano essersi calmate «Facciamo un gioco» propone Gioia. «Ognuna di voi chiude gli occhi e immagina una canzone e sulle note di quella stessa canzone inizia a danzare!»
Le ragazze all'inizio sembrano restie ma sollecitate dal suono melodioso della pioggia, una ad una cedono a quella tentazione. È bello vederle, anche se per poco, così unite e al tempo stesso libere, in movimento, a formare un tornado di emozioni travolgente.

Una ragazza nuova, arrivata da pochi giorni, le osserva seduta in disparte, gli occhi carichi di luce così come le guance troppo rosse che sembrano urlare timidezza da tutti i pori. Gioia l'ha notata, perciò le si fa più vicina.
«E tu perché non ti unisci a noi?» domanda.
L'altra pare farsi piccola piccola prima che dica: «Non sono capace e ho troppa vergona». E lo ammette a fatica, con un labbro stretto tra i denti.
Gioia sorride dolcemente e indica Paola che, scoordinata come poche, si dimena sulle note della sua anima. «Vedi delle ballerine professioniste qui?» le dice, sulle labbra lo stesso gran sorriso che diventa subito incoraggiante.
E così alla fine, tutte quante nel bene e nel male, trascinate da Gioia e dalla sua carica esplosiva, riescono a dimenticare seppure per pochi istanti i loro mali per concedersi alla vita con un sorriso alla pari.
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Scritto davvero di getto e non l'ho riletto per non cancellare tutto! Con questa mi hai messa in crisi. Alla prossima! ♥

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DAY 2: Lascia parlare l'emozione... GIOIA! (clicca qui per approfondire sull'emozione e per conoscere il prompt: http://ask.fm/veneredirimmel_/answer/129208903464 )

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La sala è vuota. Il tavolo tondo al centro, a ricordare quello dei cavalieri di Re Artù, è sgombro se non per un foglio bianco. Sono le dieci del mattino quando si ode, d'improvviso, qualcuno urlare, le imprecazioni furenti così alte da far tremare le pareti.
«Mi sono rotta le palle. Mi sono rotta di questa merda di posto e di tutte le facce di cazzo che sono costretta a sopportare».
La porta sbatte e un corpo febbricitante fa il suo ingresso. Una ragazza dalle curve prorompenti, i capelli lunghi e rossi come fiamme, legati in una scomposta crocchia sopra alla testa, sta stringendo i pugni così forte da avere le nocche bianche. Bianche proprio come quel foglio al centro di quel maledetto tavolo.
«Adele non risolvi nulla urlando, siediti e calmati. Spiegami, cosa è successo?»
A parlare è Silvia che le trottola dietro e cerca, come tutte le volte, di sedare la sua insistente ira.
Adele in risposta sbuffa e sbatte i piedi per terra proprio nell'attimo in cui sopraggiunge, in quella sala, Paola.

«Non vedi che sei ridicola? Sembri una fottuta bambina di sei anni nel corpo di una donna». Paola ha le gambe magre e lunghe, i capelli a metà schiena, castano scuro, legati in una coda.
Bene, ci voleva solo lei, pensa Adele e le scocca un'occhiata supplichevole, mentre le dita intrecciano i propri capelli lunghi e biondi, pallidi pallidi come pannocchie acerbe.
Fuori ha iniziato a piovere, la pioggia batte forte contro ai vetri delle finestre e pare creare un sottofondo a ciò che sta avvenendo tra quelle pareti sottili.
Paola non sembra per niente toccata da quello sguardo, anche perché a lei le persone come Adele danno solo un enorme fastidio. Così accondiscendenti e mai combattive, così disgustosamente rassegnate ad una realtà che a nessuna, lì dentro, va davvero bene. Perché Silvia si è rassegnata
«Giuro che non sono incazzata, anche perché basta la piccola Adele ad allietarci col suo carico di rabbia, però non posso davvero fare a meno di confessare che mi fate un po' schifo, tutte quante. Mi date il voltastomaco quando vi atteggiate ad amicone perfette per poi vomitare le peggiori cose alle spalle. Sto da tre anni qui dentro e non smetterò mai di sentirmi disgustata da questo vostro atteggiamento». Disgusto, ecco cosa prova ogni giorno.
La sala non era vuota, prima che arrivassero le tre ad animarla. In realtà in un angolo ben acquattata, con le ginocchia strette al petto e rinchiusa in un abbraccio fatto solo delle sue braccia esili, troppo esili, vi è Sonia che con gli occhi chiusi si dondola. Si era nascosta lì perché nell'edificio le urla di Adele rimbombavano come tuoni, e lei, che ha paura anche della sua stessa ombra, non voleva trovarsi in mezzo alla tempesta. Silvia che sembra notarla solo quando la ragazza geme di terrore, si alza dalla sua seduta e le si avvicina.
«Piccolina non tremare, ora Adele la smette, sai che fa sempre così quando non prende le medicine».
(continua)

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Liked by: Zia Lella

Come dev'essere una persona per rendersi curiosa/interessante, ai tuoi occhi?

Impossibile da decifrare. Quelle persone che per me sono un'eterna sfida. Quelle che stanno zitte ma ti osservano e poi sorridono sibilline. Quelle persone a cui non puoi star dietro, devono essere loro a decidere se sei degno di essere rapito dal loro tornado emotivo. Quelle persone che ti fanno imprecare, si fanno odiare, quelle che vorresti ammazzare ma che, alla fine di tutto, sono il tuo piccolo tutto.
Liked by: Underwater

Che ne pensi di Tiziano Ferro?

Che tristezza, ho ricordato una cosa. Dopo il suo coming out trovai di tutto nei commenti sotto ai suoi vecchi video, cattiverei di quelle allucinanti. Boh, niente, ho voluto condividere questa cosa... Ok. Niente, cosa penso? Tiziano e io andiamo a periodi. Periodi in cui c'è solo lui, periodi in cui non ascolto manco una sua canzone. Credo sia davvero un ottimo cantautore e che nelle canzoni "ombra", quelle che non sono uscite come singolo insomma, abbia dato il meglio di sé e proprio in quei testi si può leggere la sua vita e tutte le cose taciute per anni. Ho i brividi. Ci sono canzoni che, col senno di poi, ti fanno pensare a quanto abbia frammentato le sue verità nelle canzoni che ci ha regalato!
Liked by: elena

perché l'essere umano è portato a fare cose che sa che gli faranno male?

Masochismo o semplicemente desiderio inconscio di folle autodistruzione.

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