DAY 5: Lascia parlare l'emozione... (2/2)
Pranzarono con il sottofondo della pioggia a battere contro ai vetri delle finestre, a pizzicare le corde dell'anima. Lo stomaco le si era chiuso e ogni tuono le strappava un sussulto che Elena non pareva neppure notare. La sera arrivò in fretta con le sue tenebre e la tristezza di Amelia esplose definitivamente quando la lampada in camera da letto saturò ogni angolo del suo animo, con la sua luce blu. Anche per Picasso quel colore non dipingeva mai niente di buono.
«Quella lampada non mi piace, è fredda» mormorò dopo aver fatto l'amore con la sua amata, le dita a carezzare il braccio di Elena, a stringere forte come se la sentisse volare via. Quest'ultima la strinse in un abbraccio, incatenando a lei occhi, braccia e gambe, la scrutò accigliata per qualche istante. Sembrava avesse colto in pieno tutto quanto, con la sola forza di uno sguardo.
«Lo sai che il blu è il mio colore, all'inizio ti piaceva così tanto». Amelia non rispose, fece spallucce per quanto le fosse possibile e inspirò profondamente il suo profumo. Precipitò in quel dolce oblio che erano gli occhi castani dell'altra ragazza, uno sguardo tormentato di passione, folle. Il suo girone dell'Inferno, fatto di baci e carne, che gli amanti del V canto neppure potevano immaginarne l'intensità.
«Dovresti guardarti, Amy», sussurrò Elena facendosi ancor più vicina, come se potesse fondersi alla sua pelle, alle ossa. «Sembri una bambina imbronciata».
Amelia la odiava, la odiava così profondamente che il cuore ora le batteva all'impazzata urlandole "Cosa aspetti a dirle cosa ti tormenta? E poi baciala!". In realtà la amava troppo, così tanto che la paura di sentirsi dire "Sì, c'è un'altra" la rendeva muta come un pesce.
Al mattino si svegliò di nuovo in quel letto. Un altro raggio di sole a schiarirle appena la chioma scura e a sussurrarle dolcemente "Sveglia dormigliona, la tempesta è passata". Avrebbe dovuto sentirsi felice, spronata ad accettare quella felicità meritata, e non solo per il sole alto nel cielo ma per il calore di quell'abbraccio che la faceva sentire davvero a casa. Tuttavia chiuse di nuovo gli occhi e quando Elena le sussurrò piano all'orecchio un buongiorno sfumato in un bacio, dal sapore così sincero, tutto ciò che riuscì a fare fu accogliere dentro di sé l'ennesima pioggia lenta e cristallina. Forse più tardi sarebbe comparso l'arcobaleno.
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Purtroppo sono davvero metereopatica e funziono un po' tanto male come Amelia.
A domani Lorellina ♥
«Quella lampada non mi piace, è fredda» mormorò dopo aver fatto l'amore con la sua amata, le dita a carezzare il braccio di Elena, a stringere forte come se la sentisse volare via. Quest'ultima la strinse in un abbraccio, incatenando a lei occhi, braccia e gambe, la scrutò accigliata per qualche istante. Sembrava avesse colto in pieno tutto quanto, con la sola forza di uno sguardo.
«Lo sai che il blu è il mio colore, all'inizio ti piaceva così tanto». Amelia non rispose, fece spallucce per quanto le fosse possibile e inspirò profondamente il suo profumo. Precipitò in quel dolce oblio che erano gli occhi castani dell'altra ragazza, uno sguardo tormentato di passione, folle. Il suo girone dell'Inferno, fatto di baci e carne, che gli amanti del V canto neppure potevano immaginarne l'intensità.
«Dovresti guardarti, Amy», sussurrò Elena facendosi ancor più vicina, come se potesse fondersi alla sua pelle, alle ossa. «Sembri una bambina imbronciata».
Amelia la odiava, la odiava così profondamente che il cuore ora le batteva all'impazzata urlandole "Cosa aspetti a dirle cosa ti tormenta? E poi baciala!". In realtà la amava troppo, così tanto che la paura di sentirsi dire "Sì, c'è un'altra" la rendeva muta come un pesce.
Al mattino si svegliò di nuovo in quel letto. Un altro raggio di sole a schiarirle appena la chioma scura e a sussurrarle dolcemente "Sveglia dormigliona, la tempesta è passata". Avrebbe dovuto sentirsi felice, spronata ad accettare quella felicità meritata, e non solo per il sole alto nel cielo ma per il calore di quell'abbraccio che la faceva sentire davvero a casa. Tuttavia chiuse di nuovo gli occhi e quando Elena le sussurrò piano all'orecchio un buongiorno sfumato in un bacio, dal sapore così sincero, tutto ciò che riuscì a fare fu accogliere dentro di sé l'ennesima pioggia lenta e cristallina. Forse più tardi sarebbe comparso l'arcobaleno.
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Purtroppo sono davvero metereopatica e funziono un po' tanto male come Amelia.
A domani Lorellina ♥
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Zia Lella