sfacciata sfaccettatura

Sembra canti con l'anima e che le labbra siano solamente un ulteriore strumento per dar voce al suo cuore; dal modo in cui tiene lo strumento intuisco sia mancino come me, a quella constatazione mi ritrovo a sorridere inconsciamente prima che i miei occhi cadano su un ragazzo con i capelli corti e mori poco distante da lui. Ha le braccia scoperte e macchiatee di tatuaggi, accanto a sé una valigetta colma di pastelli, tempere e acquerelli. Non gli vedo subito il volto perché lo tiene piegato in avanti su un blocco da disegno, ma quando alza gli occhi per puntarli sulla ragazza bionda dalle punte lilla che sta ritraendo con estremo trasporto, posso riconoscerne il colore caliginoso che mi scuote come una foglia. Le sue iridi sembrano prive di qualsiasi sfumatura, nere come il petrolio cangiante che macchia di colore il mondo.

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Ho immaginato questa risposta ascoltando Reason is Treason dei Kasabian hahah boh, il delirio.

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Non è una bellissima giornata, il cielo è troppo bianco per i miei gusti ma ho un appuntamento al parco quindi controvoglia attraverso il cancello e mi accorgo che nonostante il tempo sia incerto vi è lo stesso un bel po' di gente. Una coppia mi viene in contro, probabilmente sta andando via. Il ragazzo con un accenno di barba e i capelli castani così come gli occhi sta sorridendo alla sua ragazza, stringendola a sé con un braccio avvolto attorno alle sue spalle. Lei ride, ride tanto a tal punto che lui è costretto a richiamarla perché io non sono l'unica ad osservarli, ora. Lei si chiama Sophia, così mi pare di aver sentito, e adesso quello a ridere forte è lui perché tutti stanno fissandoli, chi intenerito dalla scena, chi semplicemente per curiosità. Quando finalmente trovo un posticino libero noto che di fronte a me, seduto su una panchina che pare quasi un diario tanto il suo legno è scritto e macchiato di inchiostro, se ne sta un ragazzo con le spalle un po' ricurve così come i suoi capelli che appena le sfiorano, ha le gambe accavallate e nella sua pozione c'è qualcosa di femmineo che cattura immediatamente la mia attenzione. Sta scrivendo su di un taccuino dalla copertina di cuoio consunto ma non sembra trovare le parole giuste perché subito dopo aver scritto qualcosa la cancella con movimenti frenetici del polso, e anche il modo nervoso in cui si morde il labbro inferiore pare quasi trasmettermi la sua frustrazione. Mentre mi chiedo - perché io e Curiosità siamo un'anima sola - cosa mai starà cercando di scrivere, mi alzo dalla mia panchina e nel farlo per poco un tizio con un beanie grigio non mi viene addosso sfrecciando sul suo skateboard. Inchioda con maestria riafferrando con una mano sola la sua tavola e nel voltarsi scorgo due occhi cobalto minacciarmi come onde di un mare in burrasca. C'è fastidio e sfida nel suo sguardo ma questo non mi impedisce di congedarlo alzando il medio in sua direzione; lui con irriverenza mi imita e per un attimo mi sembra quasi di essermi specchiata. Troppo presa ad immaginare le parole taciute del ragazzo di fronte a me, assoggettata dallo spavento dovuto allo scampato incidente con lo skater, non ho notato che qualcuno in una parte del parco sembra stia suonando e cantando una cover di una canzone che conosco... Mi incammino seguendo la scia di quelle note come Pollicino con le briciole di pane e la risposta mi si para subito davanti, dopo una manciata di passi. Un ragazzo castano con le punte dei capelli pallidi quasi quanto la luna, un folto ciuffo a svettare sulla fronte, stringe tra le braccia una chitarra acustica e canta quella che subito riconosco essere Hurricane di Bob Dylan. Sembra canti con l'anima e che le labbra siano solamente un ulteriore strumento per dar voce al suo cuore; dal modo in cui tiene lo strumento intuisco sia mancino come me, a quella constatazione mi ritrovo a sorridere inconsciamente prima che i miei occhi cadano su un ragazzo con i capelli corti e mori (1/2)

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Ciao Eva! L'ho guardato, sì... Per risponderti l'ho pure riguardato e la sensazione è sempre la stessa della prima volta in cui l'ho beccato su MTV. Inizio subito col dire che i video di Sia mi fanno letteralmente impazzire. Letteralmente. Sono minimal, non hanno fronzoli, effetti, e tutta quella roba lì: in poche parole, arrivano dritto al punto. L'ultimo video mi mette una cazzo di angoscia che non immagini, non so se si tratta propriamente di angoscia ma l'idea di quella gabbia mi opprime un sacco. I due protagonisti si comportano come se fossero, appunto, animali in gabbia; nello specifico sembra siano due uccelli costretti a condividere lo stesso esiguo spazio. Alla fine uno dei due uccelli trova la via di fuga attraverso le sbarre mentre l'altro non è che non riesce a seguirlo ma secondo me non vuole proprio farlo, il che è diverso. Magari perché spaventato dal mondo estermo, da ciò che gli aspetta oltre a quella gabbia fatta di abitudini e sicurezza. Credo che la differenza di statura dei due ballerini sia solo una metafora che sta lì a indicare l'elasticità di una mente rispetto ad un'altra che è più radicata nel suo modo di pensare, impossibile da sradicare dal terreno arrido della sua ragione. Questa cosa nella mia testa ha senso, non so se ora che l'ho condivisa hahah continua ad avercelo un senso. Tu come lo hai interpretato?

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